A.A.A. FELICITÀ CERCASI

L’incontro con il Daimon e la scoperta della missione dell’Anima

Tutti noi prima di nascere, scegliamo un’immagine, un mito, un destino da compiere durante la nostra incarnazione. Ad accompagnarci in questa avventura è un compagno invisibile. Viene raffigurato in vari modi, per alcuni viene identificato come la guida interiore, per altri sé superiore, o come il Daimon.

Il Daimon è la figura greca, cara a Socrate, ripresa in tempi più recenti da James Hillman nella sua psicologia archetipica, che rappresenta la nostra guida interiore, colui che ci ricorda la missione dell’anima che abbiamo scelto di portare sulla terra per compiere il nostro destino. Non esiste un destino migliore di un altro ma esiste solo la nostra unicità e l’urgenza di riuscire ad esprimerla. Non è semplice ascoltare la voce del Daimon perché spesso ci parla attraverso le prove più traumatiche e dolorose della nostra vita. Ci sono diversi fattori che possono impedirci di sentire la sua voce: i primi in assoluto sono i condizionamenti genitoriali ma anche i fattori ambientali come la razza o l’epoca storica in cui scegliamo di incarnarci. Questi fattori possono rendere più o meno gravoso il nostro compito. Le credenze limitanti della famiglia o dell’ambiente in cui nasciamo rendono complicato il riuscire a liberarsi dal vestito che ci è stato cucito addosso per convenzioni familiari o per compensazione rispetto a fatti accaduti nel passato della nostra genia. In molti casi ereditiamo dalla famiglia un compito che può essere rappresentato da un mestiere, quando invece le nostre attitudini sono diametralmente opposte, oppure l’idea che vivere sia sinonimo di fatica e spesso alla fine soccombiamo a questa credenza creando fallimenti e insuccessi nella nostra esistenza. Questo obbligo di amore inconscio o questa lealtà invisibile spesso ci imprigiona nella sofferenza causando insuccessi e fallimenti, confermando quelle credenze limitanti che ci sono state inculcate.

Le difficoltà che sperimentiamo nella nostra esistenza sono da vedersi come il mezzo per compiere il viaggio di discesa dentro noi stessi e per incontrare il nostro Daimon. Ogni discesa porta ad una risalita e la vera conquista sarà scoprire il nostro Tesoro per realizzarci pienamente.

Le idee che possediamo senza sapere di averle, possiedono noi.

James  Hillman

Solo la consapevolezza di sé e la presa di coscienza che la nostra vita ha un senso e un fine può riscattarci e liberarci da queste catene. Secondo James Hillman ognuno porta sulla scena della vita (vivendo) il proprio mito e lo risolve solo riconoscendolo e integrandolo. Realizzare la missione dell’anima non significa necessariamente creare progetti faraonici o impegnativi ma semplicemente sentirsi parte integrante e attiva di un tutto armonico e interconnesso qual è la Natura. La realizzazione della missione dell’anima è un atto creativo e si compie sempre in due. Nell’unione con il mio Daimon – quella parte invisibile che mi accompagna – posso creare bellezza nella mia vita esprimendo le qualità uniche che possiedo.